Dry Needling
Presso Panta Rei studio è possibile usufruire della terapia chiamata DRY NEEDLING; i dottori in fisioterapia Bari Alessandro (Fisioterapista ed Osteopata), Fragapane Rosa (Fisioterapista), Tebaldi Roberto (Fisioterapista ed Osteopata) hanno frequentato e completato un corso di aggiornamento e perfezionamento in questa metodica mirata alla cura delle “SINDROMI DOLOROSE AD ORIGINE MIOFASCIALE”
COS’È IL DRY NEEDLING?
Tradotto dall’inglese significa “punzione secca”: con l’ago si fanno solo stimolazioni meccaniche SENZA infiltrare alcunchè; è una tecnica usata in fisioterapia per curare i dolori ad origine muscolare e fasciale.
Il fisioterapista, attraverso un corso di formazione ufficiale e competente, utilizza questo sistema all’interno di una valutazione globale del Paziente allo scopo di individuare le zone ipersensibili e disattivarle con l’utilizzo di aghi appositamente progettati.
QUANDO È UTILE IL DRY NEEDLING’?
Il dry needlling è utile in tutte le sindromi di dolore ad origine muscolare e fasciale (Sindrome Dolorosa Miofaciale degli autori Travell & Simons); è uno dei tanti strumenti nelle mani di Fisioterapista e del Medico che, tramite una diagnostica palpatoria, è in grado di prevedere l’utilità e l’efficacia di questa terapia. La tecnica, che ha avuto grande successo e diffusione nei paesi anglosassoni, permette al fisioterapista di essere efficace su tessuti muscolari anche quando i problemi sono in profondità. Diviene utile in tutti dolori e patologie con un pattern di “dolore riferito”, cioè che originando da precisi distretti corporei si manifesta in sedi distanti, come ad esempio la famosa CEFALEA MUSCOLO-TENSIVA, oppure i classici GOMITO DEL TENNISTA (epicondilite) o del GOLFISTA (epitrocleite), ecc …
DRY NEEDLING: DESCRIZIONE DELLA TECNICA
Il fisioterapista, tramite un esame effettuato palpando i muscoli (tecnica di palpazione miofasciale), valuta la persenza di bande tese ovvero fibre musco! ari contratte, associate ai punti trigger che sono zone dolenti alla compressione e possono dar vita a dolore locale o proiettato in altre zone del corpo; una volta individuato il punto di maggior sensibilità (Trigger Point Chiave, TPC) si introduce l’ago con tecnica
asettica, generando risposta di spasmo muscolare locale, a volte percepita dal Paziente come fastidio o dolore; attraverso manipolazioni specifiche dell’ago si attiva un processo di cambiamento e riparazione del tessuto trattato , ottenendo così un rilassamento della banda tesa con conseguente miglioramento sia del dolore locale che riferito, della mobilità arti col are e diminuzione dell’irritabilità del Trigger Point Miofasciale.